Gli estrogeni

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Gli estrogeni2017-11-16T15:52:50+02:00

Tre ne sono le forme fondamentali estrogeniche: Estrone (E1), 17 Beta Estradiolo (E2), Estriolo (E3). Ovviamente non tutti gli estrogeni hanno uguale funzione: ad esempio l’Estradiolo (E2) (la forma di estrogeno più abbondante nelle donne non in stato interessante) primariamente stimola il rilascio e la maturazione dei follicoli e degli ovociti dalle ovaie, ma anche svolge azione benefiche sul cuore e i vasi, sul corretto metabolismo dell’osso, del cervello e del colon.

La riduzione del 17 beta estradiolo causa i sintomi più comuni della menopausa come le vampate notturne e i sudori improvvisi.
A livello muscolare, l’estradiolo ha effetti anti‐infiammatori e antiproliferativi mentre, a livello endoteliale, induce vasodilatazione attraverso la modulazione genomica e non genomica della NO sintasi endoteliale, enzima chiave per la regolazione del tono vascolare.
Estrone (E1) stimola l’ovaio e le cellule del tessuto grasso a moltiplicarsi risultando l’ormone più abbondante nella menopausa.

Estriolo (E3) è secreto in grande quantità dalla placenta durante la gravidanza, e è considerato un estrogeno ad azione debole rispetto agli altri due (E1 e E2), ma anche l’ormone con più basso tasso di responsabilità nelle forme di cancro ormone-sensibili; questo ormone può essere preso in considerazione come terapia sostitutiva. (Hormone replacement) (Head 1998; Kano 2002; Moskowitz 2006; Holtor 2009).

Come menzionato in precedenza l’Estriolo (E3) è la forma di estrogeno meno implicata nell’aumentare il rischio di tumore ovarico e al seno.
Per comprendere un po’ più da vicino l’affaire “estrogeni” dobbiamo considerare che nelle cellule della mammella esistono due distinti recettori “classici” che legano gli estrogeni: il recettore alfa (ER-alfa) e il recettore beta (ER-beta); in più esiste un recettore “non classico” GPR-30 (Paruthill 2004; Paech 1997; Katzenellenbogen 2000; Nilsson 2008, Wang 2010).

La stimolazione dei recettori ER-alfa è responsabile della stimolazione anomala delle cellule del tessuto mammario: ciò può essere correlato a un aumentato rischio di tumore alla mammella.

Al contrario, il legame e la stimolazione del recettore ER-beta svolge azione modulante una eccessiva crescita di cellule del tessuto mammario ed è correlato a un rallentamento della crescita delle cellule tumorali (Helgero 2005).

L’Estrone (E1) e l’Estradiolo (E2) preferibilmente si legano al recettore ER-alfa esplicando così effetti proliferativi (Zhu 2006); d’altra parte, il legame e l’attivazione del recettore ER-beta da parte dell’Estriolo (E3), invece, risulta modulare effetti opposti e, quindi, protettivi (Zhu 2006).

In tal modo l’Estriolo dotato di una debole attività estrogenica (soprattutto se paragonata all’Estradiolo ed Estrone) agisce come sostanza “anti-estrogenica” e una sua somministrazione calibrata potrebbe fornire comunque una stimolazione estrogenica in donne in menopausa senza aumentarne il rischio di effetti collaterali spiacevoli (Holtorf 2009)!

Ricerche più approfondite hanno rilevato che il recettore “non classico” GPR-30 svolge un’azione proliferativa sui tessuti della mammella anche indipendentemente dalle stimolazioni dei recettori ER-alfa: e questo conferma come l’utilizzo di Estriolo (E3) possa comunque antagonizzarne gli effetti più deleteri, moderandone la potenza farmacologica, in pratica agendo come un vero e proprio “antagonista” fisiologico. (Wang 2010).

Sfortunatamente come abbiamo già accennato, l’utilizzo di sostanze comuni (contenenti Bisphenol A (BPA) o residui contaminanti cibi (frutta e verdure) di pesticidi ed erbicidi con strutture chimiche molto simili agli estrogeni più attivi (E1, E2) sono in grado di interagire con il recettore GPR-30 promuovendo una proliferazione delle cellule del tessuto mammario e agendo, quindi, come agonisti negativi (Wang 2010).
Il tamoxifene, un farmaco tradizionalmente utilizzato nella cura del tumore al seno in quanto blocca i recettori ER-alfa e ER-beta, oltre a stimolare fattori sconosciuti di farmaco-resistenza, nel tempo è risultato un attivatore preferenziale del GPR-30: il che può aiutarci a capire la perdita di vantaggi tangibili nell’utilizzo nel lungo periodo di questo presidio farmacologico, data questa sua doppia natura (Ignatov 2010).

In definitiva l’Estriolo (E3) grazie alla sua capacità di modulare l’attività dei recettori estrogenici e quindi di modulare (diminuire) l’azione proliferativa dell’estrone (E1) e Estradiolo (E2) si avvia a candidarsi come sostanza da somministrare in un regime di sostituzione ormonale nelle donne in menopausa, appunto per le sue capacità di districarsi fra i vari recettori risultando il più maneggevole in una terapia di “rimpiazzo” (replacement) ormonale